PINACOTECA ALBERTINA ACCADEMIA ALBERTINA DELLE BELLE ARTI DI TORINO

VISITA DI CLUB ALLA PINACOTECA ALBERTINA DI TORINO

Nella serata di ieri, 20 Gennaio 2020, si è tenuta la visita alla splendida Pinacoteca dell’Accademia Albertina delle belle arti di Torino.

L'Accademia Albertina è una delle più' importanti istituzioni universitarie per lo studio delle belle arti, con sede a Torino.

Nella prima metà del Seicento esisteva a Torino una "Università dei Pittori, Scultori e Architetti" che nel 1652 diventerà la Compagnia di San Luca. È nel 1678 che la "Compagnia" prende l'appellativo di Accademia grazie a Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, vedova di Carlo Emanuele II, la quale ispirandosi alla Académie Royale de Paris la trasforma nella "Accademia dei pittori, Scultori e Architetti" di Torino[1]. La costituzione della Reale Accademia di pittura e scultura nel 1778, a un secolo di distanza dalla prima fondazione, fu tra i primi avvenimenti che inaugurarono il periodo delle riforme del regno di Vittorio Amedeo III sotto la spinta di una politica di promozione e di aggiornamento culturale.

Nel 1833 Carlo Alberto, particolarmente sensibile all'arte, rifonda la vecchia accademia dandole il nuovo nome di "Regia Accademia Albertina". L'Accademia si trasferisce nel nuovo palazzo donato da Carlo Alberto, e si crea una pinacoteca con scopi principalmente didattici. Molti dipinti furono donati dal marchese Monsignor Mossi di Morano, tra cui una preziosa pala d'altare di Filippo Lippi. Molto rapidamente la pinacoteca si arricchisce fino a diventare un rilevante patrimonio museale, un'importante gipsoteca e una vasta biblioteca, che raccoglie accanto a volumi preziosi, stampe, disegni e fotografie di valore inestimabile.

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento l'Accademia è all'avanguardia nella transizione fra il realismo e le nuove correnti artistiche. Fra gli artisti di maggior prestigio i pittori Antonio Fontanesi, Giacomo Grosso e gli scultori Vincenzo Vela, Odoardo Tabacchi ed Edoardo Rubino.

Una nuova svolta artistica, con artisti di grande reputazione, si produce negli anni Quaranta, grazie al lavoro di pittori come Felice Casorati, Enrico Paulucci, Francesco Menzio e scultori come Sandro Cherchi, incisori come Mario Calandri.

In questi ultimi anni l'Accademia ha riorganizzato e riaperto al pubblico la preziosa Pinacoteca, intensificato l'attività espositiva con un accento particolare sulle conferenze e seminari, e una ristrutturazione delle iniziative didattiche con l'introduzione di un corso di "Conservazione e restauro". Tra i suoi professori: gli artisti Marco Cingolani, Franco Fanelli, Stefano W. Pasquini, Claudio Pieroni ecc.

LA PINACOTECA ALBERTINA

Collocata nel 1837 negli spazi dell'Accademia Albertina di Belle Arti, la Pinacoteca fu costituita con finalità dichiaratamente didattiche, come attestano i due importanti nuclei che fin dalle origini la compongono: la quadreria dell'Arcivescovo Mossi di Morano, ricca di oltre duecento dipinti, e la collezione di sessanta cartoni cinquecenteschi di Gaudenzio Ferrari e della sua Scuola, donata da Carlo Alberto. L'uno e l'altro nucleo dovevano infatti, per esplicita volontà dei donatori, farsi parte integrante dell'educazione artistica degli allievi.

Le prime cinque sale sono dedicate ai dipinti donati da Monsignor Mossi di Morano, con artisti del Quattro- Cinquecento di scuola fiorentina - Filippo Lippi - e piemontese - Martino Spanzotti e Defendente Ferrari, del Cinque-Seicento di scuola ligure, di pittori caravaggeschi - Bartolomeo Cavarozzi e Mattia Preti, fiamminghi ed italiani del Seicento, paesaggisti del Sei-Settecento.

L'ambiente successivo segna una sorta di cerniera tra la collezione Mossi di Morano e gli ambienti dedicati alla storia dell'Accademia: accoglie le copie di dipinti celeberrimi - di Caravaggio, Guido Reni, Rubens - che formano una sorta di Olimpo dei Maestri ritenuti eccelsi dalla cultura classicista dell' Accademica.

La seconda parte del percorso espositivo è dedicata alle opere di maestri e allievi dell'Accademia del Settecento, dell’Ottocento e del primo Novecento, fra cui spicca il nucleo di dipinti di Giacomo Grosso. Seguono i Cartoni Gaudenziani, una delle più importanti collezioni al mondo di disegni del Cinquecento.

Di seguito possiamo ammirare alcune immagini della splendida visita alla Pinacoteca.


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