ROTARY CLUB TORINO STUPINIGI

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Benvenuti sul sito del Rotary Club Torino Stupinigi, siamo lieti di accogliervi nel nostro spazio, a voi dedicato, per comprendere meglio le dinamiche e le azioni del nostro Club, che opera su tutto il territorio Nazionale ed Internazionale, per portare lo spirito del Rotary tra i più bisognosi. I principi sui quali è stato fondato il Rotary, infatti, rimangono ancora oggi alla base della nostra organizzazione e ne rispecchiano i valori: integrità, diversità, servizio, leadership e amicizia rotariana. Valori che continuano a guidare le nostre scelte.

II Rotary infatti è un'associazione con una presenza mondiale che riunisce imprenditori e professionisti che prestano servizio umanitario, che incoraggiano il rispetto di elevati principi etici nell'esercizio di ogni professione e che si impegnano a costruire un mondo di AMICIZIA e di PACE, mettendo a disposizione della società le loro competenze con azioni di servizio e di generosità attiva.

Il nostro Club, nasce ufficialmente il 5 marzo 2002, con la consegna ufficiale della Carta Costitutiva del Rotary Club Torino Stupinigi, con una cerimonia incorniciata dalla splendida opera dello Juvarra, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, che è pertanto oggi il nostro simbolo identificativo.

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LA PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI

Un po di storia…

La Palazzina di caccia di Stupinigi è una residenza, originariamente adibita alla pratica dell'attività venatoria, eretta per i Savoia fra il 1729 e il 1733 su progetto dell'architetto Filippo Juvarra. Residenza Sabauda per la Caccia e le Feste edificata a partire dal 1729 su progetto di Filippo Juvarra, la Palazzina di Caccia di Stupinigi è uno dei gioielli monumentali di Torino, a 10 km da Piazza Castello, in perfetta direttrice. Costruita sui terreni della prima donazione di Emanuele Filiberto all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1573), è oggi proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, un ente governativo dedicato alla sua conservazione e valorizzazione.

Fu Vittorio Amedeo II di Savoia a decidere la trasformazione del complesso in forme degno del titolo reale cui era ascesa Casa Savoia. Nell'aprile 1729, quando già aveva deciso di abdicare, egli affidò il progetto a Filippo Juvarra. Una sorta di lascito per il suo primo architetto civile e per il figlio Carlo Emanuele III. Formalmente, come ripetuto in numerose sedi, la palazzina di caccia fu inaugurata alla festa di sant'Uberto del 1731 e da allora vi si tennero numerose battute di caccia. Tuttavia, la fabbrica fu terminata (nella sua fase juvarriana) solo con i lavori del triennio 1735-37, quando, fra l'altro, si concluse la decorazione degli appartamenti del re e della regina. A causa della guerra di successione polacca la vera inaugurazione del complesso alla vita di corte avvenne, però, nel maggio 1739, in occasione della visita a Torino del granduca di Toscana Francesco di Lorena, futuro imperatore del Sacro Romano Impero e fratello della regina di Sardegna Elisabetta Teresa.

È importante comprendere che, nel Settecento, Stupinigi non era una vera e propria residenza, nel senso di luogo in cui sovrani e corte si trasferivano per soggiorni più o meno lunghi. Come mostrano studi recenti, i sovrani sabaudi risiedevano a Torino solo per alcuni mesi, normalmente da Natale a Pasqua: dopo di che essi iniziavano a trasferirsi nel circuito delle residenze che circondava la capitale, alternando tali soggiorni a viaggi fuori dal Piemonte. Le loro residenze principali restarono sino a fine Settecento la Venaria e Moncalieri.

La costruzione si ampliò durante i regni di Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III con il contributo di altri architetti, tra i quali Prunotto, Bo e Alfieri. Nel 1740 furono aggiunte altre due ali, ospitanti le scuderie e le rimesse agricole che fiancheggiano il lungo viale alberato d'ingresso alla tenuta.

Stupinigi è quindi luogo di loisir per la caccia nella vita di corte sabauda, sontuosa e raffinata dimora prediletta dai Savoia per feste e matrimoni durante i secc. XVIII e XIX, nonché residenza prescelta da Napoleone nei primi anni dell’800. Agli inizi del XX secolo è scelta come residenza dalla Regina Margherita, e dal 1919 è anche sede del Museo dell’Arredamento.

Riaperta al pubblico dopo importanti lavori di restauro, la Palazzina di Caccia, fra i complessi settecenteschi più straordinari in Europa, ha piena dignità museale con i suoi arredi originali, i dipinti, ed i capolavori di ebanistica.

Il sito, facente parte del circuito delle residenze sabaude in Piemonte, nel 1997 è stato proclamato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.